Il miglior libro giallo del 2023

Il caso Alaska Sanders: si tratta del prodotto migliore in base al numero e alla media delle recensioni, ha ottenuto una recensione media di 4.3 con 10597 recensioni.

La ragazza della neve: medaglia d’argento per questo prodotto, la recensione media è di 4.3 con 9085 recensioni.

La casa delle voci: terza posizione per questo prodotto, con una recensione media da parte degli utenti di 4.4 con 8380 recensioni.

Il caso Alaska Sanders

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Il caso Alaska Sanders

10597 Recensioni

Le recensioni degli utenti

Ricordavo di meglio
Ho acquistato e cominciato questo romanzo pensando di andare a colpo sicuro: nonostante avessi perso un po’ le tracce di Joel Dicker dalla Verità sul Caso Harry Quebert, ricordavo di aver letto una bella storia, ricca di colpi di scena interessanti e con un protagonista niente male, l’acclamato scrittore esordiente Marcus Goldman. Mi sono trascinata questo entusiasmo per le prime cento pagine, sebbene i continui riferimenti alla Verità mi avessero già cominciata a stancare. Passi che questo è il seguito ideale del primo romanzo, passi che, per ovvie ragioni, Harry e Marcus abbiano lasciato la loro amicizia in sospeso e che ci siano questioni irrisolte tra loro, e passi anche che pure il Caso Alaska Sanders ci viene presentato nella stessa cornice finto-metaletteraria della Verità, in cui Marcus ci racconta a posteriori la stesura di questo libro; ma davvero, dopo un po’ i continui e frammentati flashback di Marcus iniziano a interrompere e penalizzare una narrazione già lenta, senza peraltro aggiungere nulla di rilevante ai fini del plot investigativo – quasi tutti riguardano vicissitudini sentimentali del protagonista e dei suoi amici che, se a volte, caratterizzano meglio il suo personaggio, potevano benissimo essere condensati e/o posizionati altrove. Un lavoro un po’ distratto di editing? Mah. Ho segnato che, indicativamente, il romanzo non decolla prima di pagina 300, punto dal quale le investigazioni cominciano a muoversi a ritmo direi adeguato (senza affrettare né dilungare eccessivamente le indagini). Da qui in poi tace finalmente quel Marcus-narratore invadente che spara riferimenti sibillini a una tragedia personale della quale non vuol parlare – che sarà rivelata nel libro successivo/in realtà precedente, Il Libro dei Baltimore, che io non ho letto -, per lasciare il posto ad un giallo bello succoso e torbido sul filone di quello di Nola Kellergan. Il Caso Alaska Sanders è in effetti, di per sé, coinvolgente e appassionante,e mi ha fatto divorare la seconda parte del libro con la voglia spasmodica di arrivare al colpevole, che non avevo affatto previsto. Mi è piaciuto il fatto che i due presunti colpevoli, Walter e Eric, siano i “perfetti” colpevoli, per via del gioco di inganni architettato dal vero assassino, e tutti gli elementi a loro carico che l’autore dispone sapientemente nel corso della storia, difficili da slegare alle loro personalità e vicissitudini personali. Un po’ fumosa Alaska, che non mi è sembrata contenere tutta questa tenebra come parevano preannunciare le cose, ma più che altro direi una sfortunata vittima degli eventi e delle persone che ha incontrato, che l’hanno portata a imboccare – figurativamente e non – la strada che alla fine l’avrebbe condotta alla morte. Bella anche l’ambientazione della cittadina americana apparentemente tranquilla coi suoi scheletri nell’armadio, relativamente alla quale apprezzo il fatto che l’autore ci dia quel tanto di scabroso per far andare avanti la storia senza esagerare e/o sprofondare nel turbine crudo della devianza come fanno altri autori, credo a scopo puramente espressionistico, che personalmente non riesco a leggere – sono insomma quadretti e caratterizzazioni piacevoli da leggere che non ci lasciano turbati, semmai intrattenuti. Ovviamente ciò non vale per l’assassino, a proposito del quale, se posso, avrei apprezzato una chiusa un po’ più approfondita, magari proprio a carico del munifico Marcus-narratore di cui sopra (come giustificare quello che ha fatto, la sua freddezza calcolatrice, tanto lontana dai sentimenti che dice di aver provato, il suo andare avanti per tutti quegli anni senza il minimo segno di cedimento, nonostante il continuo supervisionare affinché nessuno scoprisse la sua identità?), ma il mio desiderio è rimasto inappagato, evidentemente Marcus risolve le scomparse di giovani donne fatalmente attraenti solo per il “brivido della caccia” , l’ispirazione o al massimo la riabilitazione di un amico (qui il sergente Perry Gahalowood, che undici anni prima si occupò del caso e ne ebbe diverse ripercussioni, lì lo scrittore-mentore-predatore Harry Quebert, che, se aveva avuto una relazione con una quindicenne non è detto fosse il mostro che l’avrebbe assassinata, giusto?), senza che la sua mente da scrittore del secolo, promessa della narrativa mondiale con contratti editoriali e diritti cinematografici milionari ritenga opportuno interrogarsi su questioni aleatorie come il bene e male, giacché l’importante è vendere. O al massimo, tentare di interrogarsi e risolvere solo i propri, di conflitti, primo fra tutti l’ aggrapparsi spasmodicamente al ricordo e alla ricerca del sopraccitato Quebert che, per ovvie ragioni, voleva solo sparire dalla circolazione per un po’, salvo poi concedersi qualche edonistico intervento nella vita dell’ex pupillo per indirizzarlo dove egli crede che stia o non stia meglio, perché Marcus non è lui e altre argomentazioni opinabili. Tralasciando un attimo questa presenza “spettrale”, non è sbagliato che il Marcus-protagonista abbia dei conflitti, assolutamente, né è detto che debba risolverli alla fine del romanzo, a maggior ragione se Dicker ha concepito il Caso come intermezzo tra La Verità e Il Libro dei Baltimore, e ha voluto con esso dare ragione di un periodo di turbamento precedente la catarsi finale, però, purtroppo, per noi lettori, non è poi tanto appagante leggere di un character arc che non si conclude e che anzi ci ha ammorbato nel corso del plot senza arrivare a un nulla di fatto, senza che si sia capito se Marcus vuole la gloria a caro prezzo, come Quebert e i suoi demoni, se vuole e può avere (cosa che non gli sembra concessa, e non capisco perché) una gloria a prezzo scontato, senza grosse turbe mentali personali, o se vuole una vita tranquilla da docente universitario, moglie e figli a carico e casa in campagna in un ridente paesino dell’entroterra americano. Le sue continue peregrinazioni da uno stato all’altro lascerebbero propendere per quest’ultima idea, sebbene appunto la risoluzione del proprio personale giallo interiore non gli sarà concessa fino a che non sarà sceso a patti con la misteriosa <> che lo tormenta. Tirando finalmente le somme, Il Caso Alaska Sanders è un bel libro, un libro da ombrellone, che vi terrà col fiato sospeso e vi lascerà un ricordo piacevole, anche se personalmente non mi spiego come l’entusiasmo da esso suscitato possa, agli occhi dei lettori, non essere incrinato dai suoi ovvi difetti, ovvero le interruzioni narrative date dai flashback ininfluenti, il ritmo narrativo che stenta a decollare e una certa pesantezza iniziale data dall’impianto finto-metaletterario di cui si diceva sopra che, se è perfettamente lecito da parte dell’autore da costruire, risulta stancante e ripetitivo, a lungo andare. A mio parere sono difetti che anche un lettore debole/medio, del genere che, per l’appunto, vuole un libro da ombrellone, non può fare a meno di notare, dunque non mi capacito dei giudizi di <> e consimili che leggo ovunque. Anche come si faccia a vincere premi letterari con gialli dietro i quali non vi è la benché minima concettualizzazione, nessuna grande tematica da esplorare, nessuna morale o non morale, ma solo prototipi di reginette di bellezze mezze svestite con relazioni discutibili, è una cosa di cui non mi capacito, ma temo che, per dirla come Marcus, questa sia proprio un’altra storia, e che, dopotutto, se un libro vende, ne vada dato merito al suo bravo e bell’autore, e quindi pace.
Forse sono di parte…
Lo ammetto, sono di parte: ho divorato tutti i suoi libri e sarei felice se ne scrivesse uno al giorno ? Questo, in particolare, è pieno di riferimenti a due delle sue opere precedenti (“La verità sul caso Harry Quebert” e “Il libro dei Baltimore”), quindi per una comprensione completa, scorrevole e ancora più piacevole, consiglio di leggerlo dopo aver letto già gli altri ☺️ Per il resto, ineccepibile, come sempre
Molto bello ma……
Il libro è molto bello, anche se fatica a decollare nelle prime 100 pagine. Nel libro si fa molto rifermenti al “Libro dei Baltimero” che andrebbe letto assolutamente dopo aver letto questo. Purtroppo essendo uscito prima l’avevo già letto e mi è spiaciuto perché leggerlo dopo “Alaska Sander” avrebbe avuto più senso. Peccato

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La ragazza della neve

Miglior Prodotto #2

La ragazza della neve

9085 Recensioni

Le recensioni degli utenti

Decisamente interessante
Trovo sempre piuttosto complesso recensire un libro poichè ritengo la valutazione decisamente soggettiva e legata a molte variabili(genere,ambientazione,caratterizzazione dei personaggi,scrittore..):di conseguenza ciò che piace a me potrebbe facilmente non interessare un altro lettore. Nella recensione che segue cercherò di descrivere le sensazioni che il libro mi ha lasciato ,sperando di poter esser utile a chiunque voglia approcciarsi alla lettura. Le protagoniste del romanzo sono Noa ed Astrid , entrambe vittime del rifiuto e dell’abbandono.. Noa è olandese e quando suo padre sa che è rimasta incinta di un tedesco la caccia di casa: sola e senza alcun luogo sicuro dove rifugiarsi giunge in Germania dove suo figlio, appena nato, le viene strappato dal Reich. In preda al dolore, cerca di sopravvivere diventando addetta alle pulizie della stazione di Berlino.Un giorno però scopre un treno dove sono stipati decine di bambini ebrei destinati a un campo di concentramento. Non può fare a meno di ricordare suo figlio: un attimo che cambierà il corso della sua vita. Senza pensare alle conseguenze di quel gesto, prende uno dei neonati e fugge nella notte fredda: dopo ore di cammino in mezzo ai boschi Noa e il piccolo, stremati, vengono accolti in un circo tedesco. Potranno rimanere ma solo ad una condizione: Noa dovrà imparare a volteggiare sul trapezio, sotto la guida della misteriosa Astrid,anche lei protagonista di una vicenda segnante e dolorosa. Il libro, ispirato in parte ad una storia realmente accaduta, ci presenta due donne che vivranno e ci racconteranno parte della loro vita in maniera parallela, in un continuo scambio di punti di vista narrativi, fino all’epilogo finale. Un’insieme di personaggi particolari come solo in un circo si possono trovare, sullo sfondo di una Germania nazista ed una Francia occupata e ridotta allo stremo, con grandi storie d’amore tra madri e figli e coppie di sventurati innamorati. Un bel romanzo appassionante, anche se nella parte centrale rallenta un po’ troppo e si fa fatica a seguirlo. Verso la fine si riprende, grazie ad un ritmo più incalzante e coinvolgente. Merita sicuramente di esser letto!
La ragazza della neve lettura consigliata a buon prezzo
Voto finale 8,5/10 valutazione complessiva 4,3/5 stelle. La ragazza della neve libro in Copertina rigida . Edizione 4 aprile 2019 di Pam Jenoff con traduzione a cura di Tullia Raspini. Trama Noa ha sedici anni ed è stata cacciata di casa quando i genitori hanno scoperto che è rimasta incinta dopo una notte passata con un soldato nazista. Rifugiatasi in una struttura per ragazze madri, viene però costretta a rinunciare al figlio appena nato. Sola e senza mezzi trova ospitalità in una piccola stazione ferroviaria, dove lavora come inserviente per guadagnarsi da vivere. Un giorno Noa scopre un carro merci dove sono stipate decine di bambini ebrei destinati a un campo di concentramento e non può fare a meno di ricordare suo figlio. È un attimo che cambierà il corso della sua vita: senza pensare alle conseguenze di quel gesto, prende uno dei neonati e fugge nella notte fredda. Dopo ore di cammino in mezzo ai boschi Noa e il piccolo, stremati, vengono accolti in un circo tedesco, ma potranno rimanere a una condizione: Noa dovrà imparare a volteggiare sul trapezio, sotto la guida, della misteriosa Astrid. In alto, sopra la folla, Noa e Astrid dovranno imparare a fidarsi l’una dell’altra, a costo della loro stessa vita 352 pagine Editore Newton Compton Editori Data di pubblicazione Dimensioni Larghezza 17.1 centimetri Lunghezza 19.5 centimetri Soessore 2.6 centimetri libro Pubblicato in 12 paesi e Per mesi tra i bestseller del New York Times. ESPERIENZA Prodotto consegnato in tempi stimati e ben imballato . Libro consigliato sebbene sia un parere soggettivo l’ ho trovato coinvolgente nonostante il contesto in cui si svolge la storia . Ottima rilegatura , prezzo irrisorio. Sarebbe opportuno non applicare il bollino con il prezzo sulla copertina principale lo trovo antiestetico e poco indicato nel caso voleste fare un regalo. Spero che questa breve descrizione vi sia utile , resto a disposizione per eventuali domande , cordialmente Alessandro.
Intenso
La scrittura è alternata tra la voce delle due protagoniste, che parlano in prima persona nei vari capitoli. Molto interessante come uno stesso evento possa essere vissuto e sentito in modo diverso dalle due ragazze, e nonostante questo, raramente sembra ripetitivo. Il tema è di un certo peso, ma trattato con rispetto dei fatti realmente accaduti e delle persone a cui questi personaggi si ispirano. Consigliato!

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La casa delle voci

Miglior Prodotto #3

La casa delle voci

8380 Recensioni

Le recensioni degli utenti

Coinvolgente e Angosciante
Ho terminato di leggere questo romanzo circa ventiquattro ore dopo l’acquisto: semplicemente, non riuscivo a separarmene. La lettura è stata una delle più coinvolgenti di tutta la mia vita, finora. Mi sono appassionata da subito alla storia, e così, approfittando di una Domenica casalinga, ho continuato a leggere, pagina dopo pagina, perdendo il senso del tempo, smaniosa di scoprire il finale… la verità. Verità che, senza falsa modestia, avevo vagamente intuito poco prima di raggiungere la seconda metà del romanzo. Certo, non ne ero proprio sicura, ma il sospetto che fosse così come ipotizzavo, ha iniziato a farsi strada abbastanza presto durante la lettura. Per questo motivo, non mi sento di premiare il romanzo con cinque stelle, perché ho colto una leggerissima prevedibilità. Inoltre, ho trovato alcune scelte un po’ forzate e poco verosimili, ma ovviamente non farò spoiler. Dal mio punto di vista, è stata comunque una lettura molto scorrevole, con la giusta dose di angoscia e inquietudine. Romanzo sicuramente consigliato! Questo, per me, è stato il primo incontro con lo scrittore Donato Carrisi, ma non sarà l’ultimo.
Carrisi crea dipendenza.
Antefatto: una bambina di 10 anni vive isolata in un casale di campagna in Toscana con i genitori. Una serie di regole (5) le impongono una vita di clausura. Durante il tentativo di fuga da misteriosi assalitori, la famiglia si divide. Il racconto si sposta a 20 anni dopo ed inizia un inquietante viaggio nella mente soprattutto infantile, che si tramuta in un emozionante duello psicologico fra l’ipnotista dott. Pietro Gerber e la sua paziente Hanna Hall dove i ruoli non sono più chiari (chi ipnotizza chi?) e la realtà si confonde con gli stati allucinatori alla scoperta di un terribile segreto che riemerge dal passato e che li coinvolge entrambi. Cosa penso di Carrisi l’ho scritto all’inizio ma vado oltre e lo colloco fra Alexander Dumas e Conan Doyle per l’eleganza dello stile e la bravura nel creare atmosfere e personaggi indimenticabili.
Donato Carrisi una garanzia
Donato Carrisi è indubbiamente un grande scrittore, mi è piaciuto molto questo libro che mi ha tenuta incollata dall’inizio alla fine. Consiglio vivamente la lettura anche ai non amanti di questo genere (come me) perché ne rimarrete rapiti!

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